La fontana di Coletta
La fontana di Coletta, un patrimonio da salvare
Già in passato ci siamo occupati della fontana posta ai piedi di Coletta che versa oggi in uno stato pietoso, e degli interventi eseguiti dagli abitanti per renderla perlomeno accessibile.
E’ triste rilevare la totale indifferenza delle istituzioni nei confronti di quest’antica sorgiva, di proprietà pubblica, che un tempo abbeverava contadini e bestie ed oggi potrebbe divenire un punto di aggregazione turistico, e un interessante luogo storico, artistico ed architettonico.
Si tratta di una fontana interamente costruita in pietra scolpita, verosimilmente del vicino rio Lardana, scalpellata a mano e installata da oltre mezzo secolo lungo la strada provinciale n°8 che da Cantoniera oltrepassa i confini con Parma.
La troviamo proprio ai piedi del borgo Coletta sulla destra giungendo da Le Moline.
(La vecchia fontana, situata ai piedi di Coletta lungo la provinciale per Pione)
I nostri nonni ricordavano che negli anni cinquanta, durante le opere di costruzione della suddetta strada, gli operai intercettarono questa sorgiva di acqua buonissima e pensarono bene di incanalarla e farla sfociare in una bellissima fonte che dava ristoro ai passanti e lavoratori dei
vicini campi.
Da allora, l’acqua non ha mai smesso di sgorgare nonostante l’attuale cattivo stato della costruzione.
La vasca è crepata e non trattiene più l’acqua che si riversa liberamente nel canale adiacente, dentro vi sono rovi e malerbe. La colonna non ha più tenuta e come un colabrodo, fa acqua da tutte le parti creando nel tempo un durissimo strato di calcare e muschio.
E’ mesto osservare, soprattutto in estate, ciclisti, passanti ed automobilisti che fermandosi a bere, debbano scavalcare rovi, evitare la fanghiglia ed il muschio formatosi ai piedi della stessa per poter sorseggiare un poco di acqua buona che nelle torride giornate agostane è un toccasana.
A più riprese, nel corso di questi anni, sono state interpellate le istituzioni locali ma senza ottenere delle risposte efficaci, probabilmente a causa delle recessione che il paese sta vivendo, e vengono destinati i fondi ad opere più urgenti ed è comprensibile.
Il restauro di quella fonte costituirebbe comunque un punto di forza per il rilancio del turismo locale, per migliorare l’ambiente e ultimo, non per importanza, sarebbe un pilastro della nostra memoria contadina.
Claudio Gallini